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Per una politica severa e di risanamento finanziario

dalla Relazione al XVI Congresso del Pci, marzo 1983

[...] E qui veniamo al risanamento dello Stato e a una rifor­ma del funzionamento delle istituzioni pubbliche che sono esigenze ormai indifferibili.

Siamo stati noi ad avanzare le proposte più decisamente innovative come quelle del superamento del bicameralismo, dell’efficienza e dei poteri dell’Esecutivo, della composizio­ne e della stessa formazione dei governi, di uno sviluppo ra­zionale del decentramento, dei criteri per le nomine negli enti pubblici in modo da dare spazio alle competenze e por­re fine alle lottizzazioni.

Affrontare la questione morale è una condizione ineli­minabile per poter proporre e fare accettare una politica severa e di risanamento finanziario.

Ciò implica, innanzitutto, correttezza e onestà dal verti­ce alla base di tutta la vita pubblica. Ha detto Norberto Bobbio che la prima riforma istituzionale consiste nel non rubare.

Ma la questione morale si è aperta in Italia perché gli interessi di partito sono divenuti così predominanti da coz­zare contro gli interessi generali del paese. Questo è lo stato di cose da cambiare per evitare una rivolta (che sta maturan­do) contro tutti i partiti, che ne colpirebbe la funzione es­senziale e legittima, e che porterebbe perciò a pericoli per il nostro regime democratico.

La conseguenza che si impone è, dunque, quella di in­trodurre dei correttivi in questo sistema imperante da trent’anni e oltre. [...]