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da Cinquantamila Giorni Corriere della Sera

Enrico Berlinguer 1922-1984
Estratto della biografia di Enrico Berlinguer dagli articoli sul Corriere della Sera

Giovedì 25 maggio 1922

Nasce Enrico Berlinguer

• A Sassari, alle tre di mattina, nasce Enrico Berlinguer. Figlio di Mario Berlinguer, avvocato, e Mariuccia Lòriga, sposati da un anno. Famiglia della piccola nobiltà agraria e professionale: il nonno avvocato repubblicano legato a Garibaldi, il padre leader del Partito d’Azione.



Domenica 6 aprile 1924

Il padre di Enrico Berlinguer è eletto con Amendola

 • Alle elezioni della Camera, Mario Berlinguer, padre di Enrico Berlinguer, viene eletto nel gruppo di “opposizione costituzionale” guidato da Giovanni Amendola. 




Mercoledì 9 luglio 1924

Enrico Berlinguer ha un fratello

 • Nasce il fratello di Enrico Berlinguer, Giovanni. 




Lunedì 15 giugno 1936

Muore la mamma di Enrico Berlinguer

• Dopo un’encefalite letargica durata circa dieci anni, muore a 42 anni Mariuccia Lòriga, madre di Enrico Berlinguer.




giugno 1940

Enrico Berlinguer si diploma

• Enrico Berlinguer prende la maturità classica (per via della guerra non ci sono gli esami: il governo li ha sospesi). Voti: filosofia 8, storia 8, storia dell’arte 7. È stato promosso nonostante i cattivi risultati dei precedenti trimestri: al primo 2 in matematica e 4 in scienze, greco e fisica; al secondo 5 in matematica, greco e fisica, 3 in scienze. 




Martedì 5 novembre 1940

Enrico Berlinguer va all’università

• Enrico Berlinguer s’iscrive alla facoltà di Giurisprudenza di Sassari. 




Martedì 17 giugno 1941

Il primo esame di Berlinguer: diritto romano

• Enrico Berlinguer dà il primo esame di Giurisprudenza: istituzioni di diritto romano. Voto: 30. 




Lunedì 5 luglio 1943

Bei voti per Enrico Berlinguer

• Enrico Berlinguer, dispensato dal servizio di leva per una malformazione ai piedi, si dedica completamente agli studi. Scrive al cugino Sergio Siglienti: «Ho dato tre esami: storia del diritto italiano, 30; diritto penale, 30 e lode; diritto finanziario, 30. Domani e dopo ne darò altri due. Poi mi metterò a fare la tesi, che richiederà la lettura d’un centinaio di volumi. L’argomento sarà: filosofia e filosofia del diritto da Hegel a Croce e a Gentile». 




Domenica 25 luglio 1943

Arrestato il padre di Enrico Berlinguer

• I questurini arrestano Mario Berlinguer, il padre di Enrico, che ha promosso una manifestazione. Lo tengono in prigione per un giorno. 




agosto 1943

Enrico Berlinguer istituisce la Gioventù comunista

• Enrico Berlinguer s’iscrive al Partito comunista. Le riunioni avvengono in una stalla. Lo incaricano di formare un gruppo giovanile: istituisce la Gioventù comunista. Sede provvisoria: il panificio del padre di uno degli iscritti. 




Giovedì 25 novembre 1943

La Gioventù comunista ostacolata dalla polizia

• Gli iscritti alla Gioventù comunista di Sassari sono una quarantina. Nella riunione inaugurale all’ordine del giorno c’è la spiegazione del programma comunista. Però irrompono i questurini comandati dal commissario, chiedono le generalità a tutti, sequestrano le chiavi della sede, i documenti e l’elenco degli iscritti, mandano tutti a casa. 




dicembre 1943

Enrico Berlinguer spiega la Costituzione comunista ai giovani di Sassari

• Nuova sede per la Gioventù comunista di Sassari, in vicolo San Sisto. Enrico Berlinguer spiega ai compagni due capitoli della Costituzione sovietica. Gli iscritti sono più di cento.




Lunedì 17 gennaio 1944

Enrico Berlinguer è un sobillatore?

• A Sassari arrestano Enrico Berlinguer, 22 anni, studente prossimo alla laurea in legge, fondatore del Partito Comunista in città e segretario della sezione giovanile. Lo portano nella caserma intitolata a un suo antenato, Gerolamo Berlinguer, capitano della Gendarmeria sarda, sbaragliatore nel 1835 del fuorilegge Battista Canu. Motivo dell’arresto: lo ritengono responsabile principale dei disordini del giorno precedente, in cui la povera gente ha assaltato forni, magazzini di grano, farina e pasta, frantoi. 




Domenica 23 aprile 1944

Enrico Berlinguer esce dal carcere

• Enrico Berlinguer esce dal carcere di San Sebastiano, a Sassari. Prosciolto in istruttoria dall’accusa di aver organizzato i disordini avvenuti in città tre mesi prima. 




Venerdì 23 giugno 1944

Enrico Berlinguer vuol conoscere Togliatti

• Enrico Berlinguer va a vivere a Salerno, dove (per motivi di sicurezza e fino al ritorno di Roma alla normalità) s’insedia il nuovo consiglio dei ministri d’Italia. Il padre Mario è stato nominato alto commissario aggiunto per la punizione dei delitti fascisti. Enrico insiste con suo padre per conoscere Palmiro Togliatti, che da Mosca è appena tornato in Italia e vive a Napoli. Vanno con una Fiat 1.100 dell’esercito senza sportelli. 




settembre 1944

Enrico Berlinguer va a vivere a Roma

• Enrico Berlinguer e il fratello Giovanni si trasferiscono a Roma insieme al padre: è venuta a mancare la zia Lidia che a Sassari si occupava di loro dalla morte della mamma Mariuccia. Anche a Roma Enrico è nel movimento giovanile del Pci. 




giugno 1945

Berlinguer si trasferisce a Milano

• Enrico Berlinguer si trasferisce da Roma a Milano. Va ad abitare in un vecchio palazzo in via dei Filodrammatici, dove si trova la Direzione comunista per l’alta Italia. 




gennaio 1946

Nel comitato centrale del Pci c’è Enrico Berlinguer

• A Roma, al termine del V congresso del Pci, si crea un Comitato centrale del partito. Tra i membri, Enrico Berlinguer. 




Venerdì 23 maggio 1947

Togliatti loda Enrico Berlinguer

• Alla prima Conferenza nazionale giovanile del Pci, Palmiro Togliatti: «Un progresso vi è senza dubbio nella formazione dei quadri giovanili. Faccio in proposito soltanto il nome del compagno Enrico Berlinguer, che nel rapporto introduttivo ai lavori di questa riunione ha dato prova di una maturità politica che ritengo non sia soltanto dote sua personale ma riflesso della maturità di un movimento in sviluppo». Berlinguer entra nella Direzione del partito. 




Sabato 23 dicembre 1950

Si risposa il padre di Enrico Berlinguer

• Si risposa il vedovo Mario Berlinguer, padre di Enrico Berlinguer. La sposa è Corinna Adelaide Augusta Fidelia, detta Niki, vedova e già maritata una seconda volta. Ha 43 anni. 




Martedì 28 agosto 1951

Ritirano il passaporto a Berlinguer

• Enrico Berlinguer rientra in Italia da Berlino est dove ha preso parte, come segretario nazionale della Fgci, al Terzo Festival mondiale della gioventù. A Chiasso la polizia di frontiera gli ritira il passaporto. Scrive l’Ansa: «Berlinguer aveva pronunciato a Berlino alcuni discorsi che furono commentati da larga parte della stampa italiana come lesivi del buon nome dell’Italia all’estero». Risposta della Fgci: «Tutto ciò è spudoratamente falso. Dai testi stenografici delle dichiarazioni e dei discorsi di Berlinguer risulta che, ove vien fatto cenno dell’Italia, si esaltano i valori del popolo italiano e della sua gioventù». Il comunicato del ministro Scelba: «Il ritiro del passaporto al signor Berlinguer è stato disposto perché l’attività da questi svolta all’estero appare pregiudizievole ai fini della sicurezza internazionale dello Stato».




settembre 1956

Enrico Berlinguer alle Frattocchie

• Enrico Berlinguer lascia la direzione della Fgci. I tesserati al movimento giovanile nel 1955 sono diminuiti, rispetto al 1954, di 36.594 unità. Nel 1956 un’ulteriore perdita rispetto all’anno precedente: meno 36.188 iscritti. Al posto di Berlinguer, che diventa direttore della scuola di partito alle Frattocchie, va il livornese Renzo Trivelli, 30 anni. 




anno 1957

Berlinguer sarà il nuovo segretario del Pci in Sardegna

• In Primavera Enrico Berlinguer viene scelto per essere il nuovo segretario regionale del Pci in Sardegna. 




Giovedì 26 settembre 1957

Enrico Berlinguer sposa Letizia Laurenti

• Enrico Berlinguer, 35 anni, sposa Letizia Laurenti, 6 anni più giovane di lui, conosciuta in casa degli zii nel 1950. Esuberante, non molto alta, occhi neri e capelli color castano chiaro. Cerimonia in Campidoglio. Berlinguer in blu, lei in grigio chiaro con un nastro di seta tra i capelli. Sono invitati solo i parenti più stretti. Banchetto nelle Stanze dell’Eliseo, club di via Nazionale frequentato da politici e attori, proprio sopra al teatro. Poi la partenza per Cagliari: hanno affittato due stanze ammobiliate in un palazzone tra le ferrovie e il porto, all’inizio di viale Bonaria. 




anno 1958

Berlinguer entra nella segreteria nazionale del Pci

• In estate Enrico Berlinguer, insieme alla moglie, torna a Roma per entrare nella segreteria nazionale del Pci. Insieme a lui ci sono Togliatti, Longo, Amendola, Gian Carlo Pajetta, Pietro Ingrao ed Enrico Bonazzi. 




Mercoledì 9 dicembre 1959

Nasce la prima figlia di Enrico Berlinguer

• Nasce Bianca, la prima figlia di Enrico Berlinguer. Scelgono il nome della nonna materna. 




Giovedì 16 novembre 1961

Enrico Berlinguer ha due bambine

• Nasce la seconda figlia di Enrico Berlinguer. Le viene dato il nome di Maria, come la nonna paterna. 




Mercoledì 20 dicembre 1961

Enrico Berlinguer chiede un Pcus democratico

• Il Comitato centrale del Pci si riunisce. Il partito è in crisi da quando Chruščёv ha inasprito il processo a Stalin e allo stalinismo (nel XXII congresso del Pcus, 17 ottobre 1961). Enrico Berlinguer legge una relazione  per rivendicare l’autonomia del Pci dal Pcus. Si dice fautore di democrazia interna. Sull’Espresso, Antonio Gambino: «Il protagonista dell’ultimo comitato centrale del Pci è stato un giovane poco più che trentenne, piccolo, nervoso, con i capelli corti sempre in disordine. Questo giovane è Enrico Berlinguer (…). Ha costituito la pedina decisiva d’un gioco complesso che ha dominato l’intero svolgimento dell’assemblea dei massimi dirigenti comunisti riunita a Botteghe Oscure (…). Togliatti aveva bisogno di presentarsi al partito con un programma che tenesse conto delle esigenze di rinnovamento, ma inquadrandole in un insieme capace di renderle controllabili e non pericolose. La relazione letta da Berlinguer adempie ottimamente a questa funzione». 




Lunedì 7 gennaio 1963

Marco, il terzogenito di Enrico Berlinguer

• Nasce il terzo figlio di Enrico Berlinguer, Marco. 




Mercoledì 14 ottobre 1964

Il nuovo segretario del Pcus è Brežnev

• A Mosca Chruščёv viene destituito. Motivo ufficiale: la cattiva salute. In realtà gli rimproverano (ma mai in un dibattito aperto) lo stile di governo personale e autoritario, l’imprevedibilità, gli obiettivi irrealistici, il nepotismo. Brežnev diventa segretario del Pcus, Kossighin presidente del Consiglio. 




Martedì 27 ottobre 1964

Il Pci critica il Pcus

• Enrico Berlinguer, insieme a Paolo Bufalini ed Emilio Sereni, parte per Mosca per avere un chiarimento sulla destituzione di Chruščёv. Il 30 ottobre iniziano i colloqui: spiega che il Pci è perplesso per quanto riguarda i metodi e le posizioni attuali del Pcus, incluso il modo dell’allontanamento di Chruščёv.




Martedì 3 novembre 1964

Le perplessità di Enrico Berlinguer su Mosca

• Enrico Berlinguer ritorna da Mosca e legge un appunto ai giornalisti che lo attendono all’aeroporto di Fiumicino: «Nel corso delle conversazioni abbiamo informato ampiamente i compagni sovietici delle reazioni e preoccupazioni che ha suscitato nell’opinione pubblica del nostro paese la sostituzione del compagno Chruščёv. Con grande franchezza abbiamo inoltre esposto ai compagni del Pcus le perplessità e le riserve che il modo in cui i mutamenti sono stati annunciati e presentati ha sollevato nel nostro partito». 




gennaio 1966

Berlinguer è segretario regionale comunista nel Lazio

• Al termine del XI congresso del Pci Enrico Berlinguer non è riammesso alla segreteria del partito e diventa segretario regionale del Lazio. È invece nel nuovo organismo voluto da Longo, l’ufficio politico, intermedio tra la segreteria e la direzione. 




Domenica 19 maggio 1968

Enrico Berlinguer ottiene 150mila preferenze

• Elezioni politiche (19 e 20 maggio). La direzione del Pci ha candidato Enrico Berlinguer capolista nel Lazio (a verbale risulta il suo unico voto contrario alla candidatura). La Dc, rispetto alleelezioni precedenti, passa dal 38,3% al 39,1 (6 seggi in più). L’unione Psi-Psdi prende il 14,5 (separati avevano ottenuto il 19,9) cioè 91 seggi. Il Pci sale dal 25,3 al 26,9 (177 seggi). Berlinguer ottiene 151.134 preferenze (su 713.319 voti di lista). Longo a Milano 80.080 preferenze; 42.441 Ingrao in Umbria; 98.354 Pajetta a Torino; 131.469 Amendola a Napoli. 




Domenica 10 novembre 1968

Enrico Berlinguer a Mosca critica l’invasione di Praga

• Una delegazione del Pci, guidata da Enrico Berlinguer, viene invitata dal Pcus a Mosca. Lo scopo ufficiale è quello di discutere della Conferenza mondiale dei partiti comunisti, ma gli italiani vanno anche per esprimere il disaccordo a proposito dell’invasione russa in Cecoslovacchia, avvenuta in agosto. Ritornano in Italia il 15 novembre




Sabato 15 febbraio 1969

Berlinguer vicepresidente del Pci

• Al termine del congresso del Pci a Bologna, Enrico Berlinguer è eletto vicepresidente del partito. 




Mercoledì 11 giugno 1969

Berlinguer: «Non esiste un unico modello di società socialista»

• Alla conferenza mondiale dei partiti comunisti a Mosca, contrasti tra Pcus e Pci. L’intervento di Enrico Berlinguer: «Noi respingiamo il concetto che possa esservi un modello di società socialista unico e valido per tutte le situazioni (…). Noi pensiamo che, nelle nostre condizioni, l’egemonia della classe operaia debba realizzarsi in un sistema politico pluralistico e democratico. Noi contiamo in Italia perché siamo, al tempo stesso, una forza nazionale che non si limita alla propaganda delle conquiste socialiste che si realizzano in altri paesi, ma elabora e conduce in piena indipendenza la lotta per la rivoluzione socialista in Italia. (…) Tentare di spiegare ogni divergenza con “deviazioni” da una purezza di cui non si sa bene chi dovrebbe essere il depositario significa in realtà non solo esasperare le divergenze stesse, ma precludersi la strada a comprendere le ragioni oggettive, gli interessi reali che stanno alla loro origine. (…) Un altro aspetto essenziale è quello relativo al tipo di rapporti che devono esistere fra i partiti. La nostra opinione è stata e rimane che, allo stadio di maturità e ampiezza raggiunta dal nostro movimento, non può esserci un centro dirigente, un partito-guida, uno Stato-guida (…). È questa concezione che ha ispirato le nostre posizioni sugli avvenimenti cecoslovacchi: dalla solidarietà al nuovo corso al grave dissenso nei confronti dell’ingresso in Cecoslovacchia delle truppe del Patto di Varsavia; posizioni che anche qui riconfermiamo. (…) Dobbiamo ora promuovere ogni possibile intesa, anche parzialmente, con altre forze democratiche, con forze socialiste, socialdemocratiche e cattoliche». Alla conclusione dei lavori il Pci non aderisce al documento finale della conferenza e si limita a firmarne solo uno dei capitoli. 




Lunedì 7 luglio 1969

Muore il papà di Enrico Berlinguer

• Muore Mario Berlinguer, padre di Enrico e Giovanni Berlinguer. Ha 78 anni e da qualche mese è costretto a letto dall’arteriosclerosi. Ai funerali, a Roma, assente il Partito socialista, del quale Mario Berlinguer è stato parlamentare per venti anni. 




Lunedì 5 aprile 1971

La quarta figlia di Enrico Berlinguer si chiama Lauretta

• Nasce la quarta figlia di Enrico Berlinguer. Si chiama Lauretta. Nello stesso giorno muore lo zio Stefano Siglienti, cui Berlinguer è legatissimo. 




Sabato 12 giugno 1971

Si vota in Sicilia

• Si vota (12 e 13 giugno) per rinnovare l’amministrazione della regione Sicilia, delle province di Roma e Foggia, dei comuni di Roma, Genova, Bari, Foggia e Ascoli Piceno. In Sicilia trionfa il Msi, che sale dal 6,6 al 16,3%. A Catania è la seconda forza (21,5%) dopo la Dc. Marcata la presenza missina a Roma (16,2%). 




Giovedì 15 luglio 1971

Enrico Berlinguer e il referendum sull’aborto

• È raggiunto il numero necessario delle firme per il referendum anti-divorzio. Enrico Berlinguer e il Pci vogliono evitare che si vada al voto, temendo una spaccatura del Paese. Vorrebbe trovare un’intesa con la Dc di Aldo Moro sulle correzioni della legge Baslini-Fortuna. Intanto dialoga con il Vaticano, con il quale tiene dei contatti segreti. Nel linguaggio cifrato di questi «messaggi volanti» Berlinguer è «il rettore dell’Università», Paolo VI è «il prete bianco», il «motociclista» è monsignor Giovanni Benelli, omonimo di una marca di motociclette. 




Giovedì 9 dicembre 1971

Si sceglie il presidente della Repubblica

• Alle 10,30 iniziano le votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica. 




Venerdì 24 dicembre 1971

Il primo incontro tra Enrico Berlinguer e Aldo Moro

• Enrico Berlinguer vuol incontrare privatamente Aldo Moro. Si vedono in casa del parlamentare Tullio Ancora, si studiano per qualche minuto con imbarazzo, in silenzio. Berlinguer conferma a Moro la disponibilità del Pci a votare il suo nome per il Quirinale. Moro ringrazia con un lieve inchino allargando le braccia, ma pensa che sia tardi per entrare in corsa. Ribadisce l’impossibilità di un governo insieme al Pci, ma conviene sull’esigenza di operare insieme su alcune grandi questioni. Conclude dicendo che non avrebbe mai portato rottura all’interno della Dc. Tornano separatamente a Montecitorio, dove si vota per la ventitreesima volta alla ricerca del presidente della Repubblica. Viene elettoGiovanni Leone con 518 voti. 




Giovedì 16 marzo 1972

Enrico Berlinguer è segretario del Pci

• Enrico Berlinguer, al termine del XIII congresso del Pci, viene nominato segretario del partito. 




Domenica 7 maggio 1972

Berlinguer rieletto deputato a Roma

• Alle elezioni politiche, Enrico Berlinguer, capolista a Roma, è rieletto deputato con 230.000 preferenze (80.000 in più rispetto alla prima volta, nel 1968). 




Mercoledì 3 ottobre 1973

Un grave incidente per Enrico Berlinguer

• Enrico Berlinguer in Bulgaria per incontrare Teodor Jikov, segretario del partito e presidente del Consiglio di Stato. A Sofia, sulla via del ritorno verso l’aeroporto, l’autista fa un sorpasso azzardato e sbanda contro un camion. Berlinguer è sbalzato fuori, perde una scarpa ma è fortunato: ne esce soltanto stordito e con svariate contusioni. I bulgari, per il ritorno a Roma, gli danno un aereo-ambulanza. 




Venerdì 12 ottobre 1973

Enrico Berlinguer parla di «compromesso storico»

• Rinascita pubblica la terza e ultima parte di alcune Riflessioni scritte da Enrico Berlinguer. «Sarebbe del tutto illusorio pensare che, anche se i partiti e le forze di sinistra riuscissero a raggiungere il 51 per cento dei voti e della rappresentanza parlamentare (…), questo fatto garantirebbe la sopravvivenza e l’opera di un governo che fosse l’espressione di tale 51 per cento. Ecco perché noi parliamo non di una “alternativa di sinistra” ma di una “alternativa democratica”, e cioè della prospettiva politica di una collaborazione e di una intesa delle forze popolari d’ispirazione comunistae socialista con le forze popolari di ispirazione cattolica, oltre che con formazioni di altro orientamento democratico. (…) La gravità dei problemi del paese, le minacce sempre incombenti di avventure reazionarie e la necessità di aprire finalmente alla nazione una sicura via di sviluppo economico, di rinnovamento sociale e di progresso democratico rendono sempre più urgente e maturo che si giunga a quello che può essere definito il nuovo grande “compromesso storico” tra le forze che raccolgono e rappresentano la grande maggioranza del popolo italiano». 




Mercoledì 19 marzo 1975

La Dc abbandona il XIV congresso del Pci

• A Roma, nel Palaeur, si svolge il XIV congresso del Pci, che i giornalisti chiamano «del compromesso storico». Fanfani ritira la delegazione Dc dal congresso, per protestare contro le ingerenze del Pci nelle elezioni portoghesi (dove il consiglio militare della rivoluzione, di sinistra, aveva escluso dalle elezioni il partito democratico cristiano che era stato responsabile di un tentato golpe: dietro la decisione dell’esclusione c’era stata l’ingerenza del Pci). 




Domenica 15 giugno 1975

Il Pci alle elezioni cresce del 6%

• Elezioni amministrative (15 e 16 giugno): 40 milioni di italiani al voto per rinnovare i consigli di 6.345 città, 86 province, 15 regioni a statuto ordinario. Votano per la prima volta anche i diciottenni. La Dc è al 35,2% (-3,6 rispetto alle politiche); il Pci è al 33,4% (+6,2). L’insieme dei partiti di centro (Dc-Psdi-Pri-Pli) è al 46,3%; le sinistre (Pci-Psi-Pdup) arrivano al 46,6%. Il Pci è il primo partito a Roma, Milano, Torino, Firenze, Venezia, Napoli, Perugia, Bologna, Genova, Ancona, Cagliari. 




Venerdì 27 febbraio 1976

Il comunismo scismatico di Enrico Berlinguer

• Al quarto giorno del XXV congresso del Pcus a Mosca, Enrico Berlinguer prende la parola. Il suo discorso fa scalpore: «L’attualità del problema del socialismo ci impone anche di indicare con assoluta chiarezza quale socialismo noi riteniamo necessario e non solo possibile per la società italiana. Noi ci battiamo per una società socialista che sia il momento più alto dello sviluppo di tutte le conquiste democratiche e garantisca il rispetto di tutte le libertà individuali e collettive, delle libertà religiose e della libertà della cultura, dell’arte e delle scienze. Pensiamo che in Italia si possa e si debba non solo avanzare verso il socialismo ma anche costruire la società socialista col contributo di forze politiche, di organizzazioni, di partiti diversi; e che la classe operaia possa e debba affermare la sua funzione storica in un sistema pluralistico e democratico». I titoli dei giornali esteri:New York Times: «Il “rosso” italiano assume una linea indipendente», Guardian: «La rivolta italiana scuote il congresso del Cremlino»; Figar «Pc ortodossi e scismatici a confronto». 




Domenica 20 giugno 1976

Il Pci non sfiducia la Dc

• Esito delle elezioni: la Dc è tornata al 38,7 per cento; il Pci è salito al 34,4 per cento. Si forma un governo monocolore Dc presieduto da Andreotti che si regge sulla non sfiducia, cioè le astensioni di liberali, repubblicani, socialdemocratici, socialisti e comunisti, non ancora ammessi nella maggioranza e disposti a concedere la non opposizione. Il presidente della Camera è il comunista Pietro Ingrao, eletto con i voti di tutti i partiti dell’arco costituzionale. Comunisti sono i presidenti di quattro commissioni alla Camera (Nilde Jotti, Giuseppe D’Alema, Lucio Libertini, Eugenio Peggio) e di tre al Senato (Napoleone Colajanni, Emanuele Macaluso, Adriano Ossicini). 




Venerdì 16 luglio 1976

Niente aiuti se al governo andranno i comunisti

• Il cancelliere Helmut Schmidt, in visita a Washington, parlando anche a nome di americani, francesi e inglesi, fa sapere che l’Italia sarà isolata e sarà sospeso qualsiasi prestito internazionale se nel governo entreranno i comunisti. 




Venerdì 14 ottobre 1977

Berlinguer apre il dialogo col Vaticano

• Enrico Berlinguer scrive a monsignor Luigi Bettazzi, vescovo di Ivrea: «Nel Pci esiste ed opera la volontà non solo di costruire e di far vivere qui in Italia un partito laico e democratico, come tale non teista, non ateista, non antiteista, ma di volere anche, per diretta conseguenza, uno Stato laico e democratico, anch’esso dunque non teista, non ateista, non antiteista». Per l’Osservatore Romano la lettera «esige una lettura particolarmente attenta, pari alla singolare portata che è impossibile non attribuirle». 




Lunedì 31 ottobre 1977

Berlinguer al 60° della Rivoluzione russa

• Per il sessantesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre Enrico Berlinguer e una delegazione del Pci atterrano a Mosca. Il segretario consegna subito le quattro cartelle del suo discors «Ho cercato di stare nei 10 minuti stabiliti». Viene rassicurat può parlare anche 12 o 15 minuti. Due punti salienti nel discors «Per quanto riguarda i rapporti tra i partiti comunisti e operai, essendo pacifico che non possono esistere tra essi partiti che guidano e partiti che sono guidati, lo sviluppo della loro solidarietà richiede il libero confronto delle opinioni differenti, la stretta osservanza della autonomia di ogni partito e della non ingerenza negli affari interni», e: «L’esperienza compiuta ci ha portato alla conclusione che la democrazia è oggi non soltanto il terreno sul quale l’avversario di classe è costretto a retrocedere, ma è anche il valore storicamente universale sul quale fondare un’originale società socialista. Ecco perché la nostra lotta unitaria (che cerca costantemente l’intesa con altre forze d’ispirazione socialista e cristiana in Italia e in Europa occidentale) è rivolta a realizzare una società nuova – socialista – che garantisca tutte le libertà personali e collettive, civili e religiose, il carattere non ideologico dello Stato, la possibilità dell’esistenza di diversi partiti, il pluralismo della vita sociale, culturale, ideale». Verso mezzanotte l’interprete Smirnov si reca nella dacia dove i delegati Pci sono ospitati: il tempo per parlare è di 7 minuti, occorre tagliare il discorso. Berlinguer cancella qualcosa, non i punti salienti.  




Mercoledì 2 novembre 1977

Per Enrico Berlinguer un applauso di cinque secondi

• Enrico Berlinguer a Mosca legge il discorso (ha 7 minuti di tempo, impiega 6 minuti e 32), alcuni passaggi provocano dissenso. Demetrio Volcic su la Repubblica: «L’applauso è di 5 secondi, il più breve della giornata». 




Domenica 6 novembre 1977

La Malfa apprezza il discorso di Enrico Berlinguer

• Ugo la Malfa intervistato da Repubblica: «Attribuisco un’importanza del massimo rilievo al discorso pronunciato a Mosca da Berlinguer. Per me è una svolta politica nettissima. Dopo quel discorso è diventato impossibile – se non commettendo una grave disonestà intellettuale – contestare al Pci una diversa collocazione internazionale. Perciò le forze politiche italiane non possono far finta che quel discorso non sia stato pronunciato. Qualche cosa deve accadere, adesso». 




Venerdì 18 novembre 1977

Per Aldo Moro l’evoluzione del Pci «è innegabile»

• In un discorso a Benevento, Aldo Moro parla del Pci: «La sua evoluzione è innegabile. Le enunciazioni di principio sono chiare e significative». 




Lunedì 21 novembre 1977

Enrico Berlinguer vuole incontrare ancora Moro

• Enrico Berlinguer incarica Bufalini e Barca di chiedere adAldo Moro un appuntamento e di fargli presente che la Direzione comunista presto si riunirà per discutere della partecipazione al governo. 




Giovedì 24 novembre 1977

Aldo Moro chiede tempo per l’incontro con Berlinguer

• Aldo Moro incontra Bufalini e Barca, incaricati da Enrico Berlinguer. Moro fa sapere che è necessario compiere nuovi passi verso una più piena collaborazione con il Pci. Ma a compiere questi passi dovrà essere tutta la Dc e non una sola parte. Quindi chiede che gli si dia tempo per consultazioni all’interno del partito. 




Giovedì 5 gennaio 1978

Il secondo incontro Berlinguer-Moro

• Enrico Berlinguer, accompagnato da Luciano Barca, incontra Aldo Moro in casa di Tullio Ancora, consigliere di Moro. Inizia il democristian condivide l’idea di Berlinguer sul fatto che la democrazia non potrà mai essere forte finché tutti i partiti che affondano le radici nella storia italiana non saranno posti sullo stesso piano per il governo del paese. È necessario aprire una fase di transizione: compito del Pci è garantire la dc presso la classe operaia, compito della Dc garantire il Pci presso i ceti moderati e i governi occidentali. Berlinguer ribatte che deve essere formata subito una nuova maggioranza per affrontare la complessità dei problemi attuali. Moro non si impegna: «Ho difficoltà a portare tutto il partito all’incontro. Per troppi anni siamo stati contrapposti. Ci avete e vi abbiamo accusati. Avete detto che avreste preso il potere sulla nostra rovina». 




Giovedì 16 febbraio 1978

Per Moro è necessario che il Pci entri nella maggioranza

• Enrico Berlinguer e Luciano Barca incontrano di nuovo Aldo Moro in casa di Tullio Ancora. Aldo Moro annuncia la sua decisione: sosterrà nei gruppi parlamentari Dc la necessità dell’ingresso a pieno titolo del Pci nella maggioranza governativa. 




Giovedì 16 marzo 1978

Berlinguer sul rapimento Moro

• Subito dopo la diffusione della notizia del rapimento di Aldo Moro, arriva il dibattito alle camere. L’intervento di Enrico Berlinguer: «Il momento è tale che tutte le energie devono essere unite e raccolte perché l’attacco eversivo sia respinto: con saldezza di nervi, non perdendo la calma, ma anche adottando tutte le iniziative e tutte le misure opportune per salvare le istituzioni e per garantire la sicurezza e l’ordine democratico (…). Si è costituito un governo che, per il modo in cui è stato composto, ha suscitato e suscita una nostra severa critica e seri interrogativi e riserve. E tuttavia c’è la novità costituita dal nostro ingresso, chiaro ed esplicito, nella maggioranza parlamentare. Non ci sono dubbi sulla rilevanza politica di questo fatto (…). Alla classe operaia e ai lavoratori, a tutti i democratici, a tutti gli antifascisti, a tutti i cittadini, a tutti i corpi dello Stato che intendono essere fedeli fermamente alla costituzione assicuriamo l’impegno pieno, tenace e unitario del partito comunista e rivolgiamo ad essi un appello ad esercitare una vigilanza, a partecipare all’azione necessaria per sventare le manovre e le provocazioni che vogliono sovvertire la nostra democrazia, la nostra convivenza di uomini liberi». Gli viene affidata una scorta. 




Mercoledì 2 agosto 1978

Berlinguer: «Qualcuno teme la presenza del Pci»

• Enrico Berlinguer concede un’intervista a Eugenio Scalfari, su la Repubblica: «La verità è che si teme che la presenza di questo partito comunista italiano modifichi i vecchi equilibri di potere nella nostra società e nel nostro Stato (…). Ed ecco allora l’esame di democrazia, le domande sul leninismo. In realtà i nostri esaminatori vogliono sentirsi dire da noi: evviva la socialdemocrazia, unica forma di progresso politico e sociale. Allora i nostri esaminatori ci direbbero soddisfatti: “La risposta è esatta. Sciogliete il Pci e tornatevene a casa”». Gli esaminatori sono individuati nella Dc e nel Psi.




Domenica 17 settembre 1978

Berlinguer: «È in atto un’offensiva contro il Pci»

• A Genova, in chiusura del Festival nazionale dell’Unità, l’intervento di Enrico Berlinguer: «Oggi si sviluppa contro il partito comunista una vociante offensiva denigratoria, fragorosa ma confusionaria (…). Una delle forme in cui la campagna anticomunista si esprime è quella che chiamerei degli ultimatum ideologici: “Se non rinunciate a Lenin dall’A alla zeta, se non rompete i vostri rapporti con il Pcus, non siete occidentali ma asiatici”. E credete che si fermino a questo? No. Perché dal ripudio di Lenin si dovrebbe passare a quello di Marx; dalla rottura con Pcus si dovrebbe passare a riconoscere che la Rivoluzione proletaria d’ottobre è stata un puro errore; e magari, risalendo nella storia, si dovrebbe riconoscere che la Rivoluzione francese sarebbe stato meglio se l’avessero fatta i soli girondini e non vi fossero stati i giacobini. E tutto questo ancora non basterebbe. Perché alcuni dei nostri critici pretendono che noi buttiamo a mare non solo la ricca lezione di Marx e di Lenin, ma anche l’elaborazione e le innovazioni ideali e politiche di Gramsci e di Togliatti. E poi, di passo in passo, dovremmo giungere fino a proclamare che tutta la nostra storia – che ha anche le sue ombre – è stata solo una sequela di errori». 




Domenica 3 giugno 1979

Il Pci alle elezioni perde 4 punti

• Risultati delle elezioni (3 e 4 giugno): il Pci scende dal 34,4 al 30,4 per cento. In una vignetta di Forattini sulla Repubblica si vede Gramsci che insegue Berlinguer con un martello in pugno per dargliele di santa ragione.




luglio 1979

Critiche a Berlinguer per i risultati elettorali

• Enrico Berlinguer alla riunione del Comitato centrale del Pci è criticato pubblicamente per i risultati elettorali. Giovanni Russo sull’Europeo scrive che alcuni nel partito gli confidan «Siamo all’oscuro di tutto. Non c’è un dirigente anche fra i maggiori in grado di dire come si muove e che cosa ha in mente Berlinguer (…). Quello che sta accadendo per la nomina dei nuovi dirigenti è la prova che il problema è la mancanza di democrazia non solo alla base, ma persino al vertice. Neppure i membri del Comitato centrale sanno niente. Del resto, durante la gestione Berlinguer, il Comitato centrale non ha fatto nessuna delle scelte fondamentali: né quella di entrare nella maggioranza di governo né la decisione di uscire dalla maggioranza nel gennaio del ‘79». 




febbraio 1980

Berlinguer contro l’invasione russa in Afghanistan

• Enrico Berlinguer condanna l’invasione dell’Afghanistan da parte dell’Urss: l’Unione sovietica è una potenza imperialista alla pari degli Stati Uniti.  




marzo 1980

Craxi non entrerà in un governo che esclude il Pci

• Una domenica pomeriggio Enrico Berlinguer a Milano, dopo aver assistito a una partita a San Siro, incontra Bettino Craxi in una cooperativa socialista alla periferia della città con circolo e ristoro. Si trovano d’accordo su diversi punti: Craxi dice che non entrerà nel governo lasciando fuori i comunisti. Tre settimane dopo il Psi si accorda con la Dc e nove ministri socialisti entrano nel secondo governo Cossiga. 




Mercoledì 7 maggio 1980

Berlinguer chiede il deferimento di Cossiga

• Si viene a sapere che Marco Donat Cattin, figlio del leader della Dc, Carlo Donat Cattin, è un terrorista e contro di lui è spiccato il mandato di cattura per organizzazione e partecipazione a banda armata (è tra gli assassini del giudice Emiliano Alessandrini). La rivelazione è del pentito brigatista Roberto Sandalo, il quale riferisce anche che Carlo Donat Cattin è al corrente delle attività del figlio e che lo ha aiutato a scappare. Aggiunge inoltre che il consiglio di darsi alla fuga sarebbe venuto da Francesco Cossiga, presidente del Consiglio. La Commissione Inquirente nega l’autorizzazione a procedere contro i due uomini politici. Enrico Berlinguer chiede il deferimento alle Camere di Donat Cattin e Cossiga (che è suo cugino). Ad Andreotti che gli dice: «Ma è tuo cugino!», Berlinguer risponde: «Con i parenti si mangia l’agnello, non si fa politica». Dopo il dibattito, le Camere riunite assolvono i due democristiani. 




Venerdì 26 settembre 1980

Enrico Berlinguer appoggia gli operai di Fiat Mirafiori

• La Fiat ha annunciato 14.469 licenziamenti, il consiglio di fabbrica proclama immediatamente lo sciopero. Enrico Berlinguer parla di fronte ai cancelli di Mirafiori e annuncia che il Pci appoggerà gli operai, se questi decideranno di occupare la fabbrica. «Le forme della lotta dovranno essere decise dai lavoratori nelle assemblee coi dirigenti del sindacato. Se queste lotte riguarderanno anche forme di occupazione, il nostro partito darà il suo pieno appoggio e la sua solidarietà». [R. Di Blasi, Enrico Berlinguer, Roma 1985]




Giovedì 27 novembre 1980

Berlinguer lascia la linea della solidarietà nazionale

• Con l’arresto, a Casale Monferrato, dell’ex comandante generale della Guardia di Finanza, Raffaele Giudice, viene a galla una prolungata truffa petrolifera che, secondo alcuni calcoli, ha fruttato agli associati 2.500 miliardi di lire. Collusi col sistema alcuni politici democristiani, socialdemocratici e socialisti. Enrico Berlinguer, in una riunione della Direzione comunista, annuncia che «la questione morale è divenuta oggi la questione più importante»: «Nel momento in cui la Dc dimostra di non essere in grado di guidare il risanamento morale e il rinnovamento dello Stato, è al Pci che spetta oggettivamente di essere la forza promotrice e di massima garanzia di un governo che esprima e raccolga le energie migliori della democrazia italiana, uomini capaci e onesti dei vari partiti e anche al di fuori di essi». Annuncia l’abbandono della linea della «solidarietà nazionale» (il Pci in governi a direzione democristiana) per un governo «nuovo», «diverso», di «alternativa democratica» del quale la Dc, anche partecipandovi, non sia l’asse e non abbia la presidenza. 




Martedì 28 luglio 1981

Berlinguer contro i partiti «macchine di potere»

• Enrico Berlinguer concede un’intervista a Eugenio Scalfari per la Repubblica: ne nasce una requisitoria aspra contro gli altri partiti. «I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mistificata conoscenza della vita e dei problemi della società e della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, comunque senza alcun rapporto con le esigenze e i bisogni umani emergenti, oppure distorcendoli, senza perseguire il bene comune. (…) I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue istituzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai TV, alcuni grandi giornali». (Leggi tutta l’intervista)




Venerdì 21 agosto 1981

Napolitano contro Berlinguer

• All’interno del Pci si critica la posizione di Enrico Berlinguer sulla «questione morale», in particolare l’omessa distinzione tra la Dc e i socialisti quando ha accusato tutti i partiti, eccetto il Pci, di essere «macchine di potere e clientela». Giorgio Napolitano sull’Unità, in un articolo per i 17 anni dalla morte di Togliatti: «È decisivo saper procedere secondo il metodo che Togliatti ci ha insegnat quello dell’“analisi differenziata”, che preserva dal grave errore “di non saper distinguere cose diverse” o di mettere e spingere sullo stesso piano forze che occorre tenere distinte. Ed è decisivo saper mettere a frutto, nelle condizioni di oggi, la grande scelta togliattiana del “partito nuovo”, in quanto partito che “non si limita alla critica e alla propaganda” ma propone soluzioni, promuove una combattiva e costruttiva partecipazione e azione di massa, sviluppa una “iniziativa politica” capace di modificare posizioni e dati di fatto negativi». Il 5 ottobre Napolitano uscirà dalla segreteria del Pci. 




Martedì 15 dicembre 1981

Lo strappo di Berlinguer con l’Urss

• In Polonia il generale Jaruzelski ha instaurato da pochi giorni un regime militare. Enrico Berlinguer alla tv, rispondendo alle domande dei giornalisti nella trasmissione Tribuna politica, consuma lo strappo con l’Urss: «Ciò che è avvenuto in Polonia ci induce a considerare che effettivamente la capacità propulsiva di rinnovamento delle società (o almeno di alcune delle società) che si sono create nell’Est europeo è venuta esaurendosi. Parlo di una spinta propulsiva che si è manifestata per lunghi periodi e che ha la sua data d’inizio nella Rivoluzione socialista dell’Ottobre (…). Oggi siamo giunti a un punto in cui quella fase si chiude. (…) Noi pensiamo che gli insegnamenti fondamentali che ci ha trasmesso prima di tutto Marx e alcune delle lezioni di Lenin conservino una loro validità; e che d’altra parte vi sia tutto un patrimonio e tutta una parte di questo insegnamento che sono ormai cadutie debbono essere abbandonati e del resto sono stati da noi stessi abbandonati con gli sviluppi nuovi che abbiamo dato alla nostra elaborazione, centrata su un tema che non era centrale in Lenin. Il tema su cui noi ci concentriamo è quello dei modi e delle forme della costruzione socialista in società economicamente sviluppate e con tradizioni democratiche, quali sono le società dell’occidente europeo (…). Da questo punto di vista, noi consideriamo l’esperienza storica del movimento socialista nelle due fasi fondamentali: quella socialdemocratica e quella dei paesi dove il socialismo è stato avviato sotto la direzione di partiti comunisti (…). Entrambe vanno superate criticamente con nuove soluzioni, cioè con quella che noi chiamiamo la terza via, terza rispetto alle vie tradizionali della socialdemocraziae ai modelli dell’Est europeo». 




Domenica 24 gennaio 1982

La Pravda contro il Pci

• Sulla Pravda l’articolo di condanna del Pci e dei suoi vertici. Titolo: «Contro gli interessi della pace e del socialismo». Si dice, tra le altre cose: «Nessuna persona onesta al mondo può considerare senza sdegno le dichiarazioni dei dirigenti del Pci in cui si parla dei tentativi del nostro Paese di imporre la propria volontà ad altri popoli». 




febbraio 1982

Berlinguer non partecipa al congresso del Pcus

• Enrico Berlinguer non partecipa al XXVI Congresso del Pcus: è la prima volta che diserta la grande assise.  




Domenica 10 ottobre 1982

Enrico Berlinguer pacifista

• Ad Assisi per la marcia della pace, Enrico Berlinguer cita San Francesco che aveva saputo contestare «la “ragionevolezza” della guerra e delle crociate e la distinzione fra guerre giuste e guerre ingiuste». Desta scandalo facendosi fotografare accanto ai frati francescani che hanno proposto a Reagan e ad Andropov di incontrasi ad Assisi.




Giovedì 31 marzo 1983

Berlinguer incontra Craxi alle Frattocchie

• Alle Frattocchie, nell’Istituto di studi comunisti “Palmiro Togliatti”, Enrico Berlinguer (accompagnato da Chiaromonte, Zangheri e Reichlin) incontra Craxi (accompagnato da Formica, Martelli e Spini). Non si incontravano privatamente dal 1980. Il resoconto dell’incontro di Chiaromonte (Rinascita 15/12/1984): comincia Craxi notando che nella Dc affiorano tendenze conservatrici neocentriste allarmanti che hanno lo scopo di escludere il Psi dal governo e tornare agli schieramenti moderati degli anni Cinquanta. Berlinguer: «Bisogna dare l’impressione di una sinistra più unita, denunciare insieme l’attacco neo-centrista, pronunciarsi insieme per una prospettiva di cambiamento in direzione dell’alternativa». Il Psi non s’impegna: «La risposta dei compagni socialisti o fu sfuggente o si espresse, nella sostanza, con un rifiuto». 




Mercoledì 27 aprile 1983

Enrico Berlinguer si racconta

• Enrico Berlinguer va in tv, a Mixer, su Raidue, per un’intervista con Gianni Minoli. Il segretario, sempre molto schivo, parla di sé. (Per leggere l’intervista, clicca qui)  




Giovedì 16 giugno 1983

Benigni prende in braccio Enrico Berlinguer

• Enrico Berlinguer, sul palco prima di un comizio durante una manifestazione del Pci per la pace, viene preso in braccio da Roberto Benigni




Domenica 26 giugno 1983

Il Pci vuole Cossiga presidente del Senato

• Dopo le elezioni, Enrico Berlinguer telefona a Cossiga per comunicargli che il Pci intende sostenere la sua candidatura a presidente del Senato. Dice Cossiga: «C’era stato in precedenza un periodo di freddezza tra noi. All’improvviso mi telefonò per dirmi che i comunisti avevano deciso di votare la mia candidatura. Telefonava non come segretario del partito, ma come se altri avessero deciso, e lui, avendolo appreso in anticipo, si limitasse a farmi gli auguri. In quella occasione era “il cugino”. La sola volta che si comportò da cugino» [R. Di Blasi, Enrico Berlinguer, Roma 1985].




Sabato 11 febbraio 1984

Enrico Berlinguer e le tre leggi del socialismo

• Enrico Berlinguer torna a Mosca per la prima volta dopo diversi anni in occasione del funerale di Yuri Andropov. Ricorda Ito De Rolandis: «Berlinguer era addirittura infastidito dall’apparato sovietico. C’erano stati alcuni contrattempi. Ad esempio, la corona di fiori inviata dall’Italia (perché a Mosca i fiori sono introvabili) non era arrivata, e nessuna richiesta di ricerche fu accolta. In albergo qualsiasi servizio era difficoltoso; per non parlare dell’inconveniente d’una sola linea telefonica (Berlinguer aveva sempre gettoni in tasca, e non passava sera senza dar colpo di telefono a casa). Così, durante la rigida, militaresca parata funebre, scandita dal martellante rullo dei tamburi e dal passo cadenzato della milizia, si chinò verso i compagni di delegazione, Bufalini e Massimo D’Alema, e disse: “Be’, adesso enuncerò le tre leggi fondamentali del socialism prima, la verità non si dice mai, o almeno il meno possibile; seconda, l’agricoltura non serve, dal momento che qui non si può neppure comperare un mazzo di rose; terza legge, non si riesce a staccare le caramelle dalla carta”» [I. De Rolandis, Enrico Berlinguer, Aosta 1984, p. 47]. 




Sabato 7 aprile 1984

Berlinguer contro il taglio della scala mobile

• Alla camera si discute del decreto con cui Craxi ha imposto il taglio della scala mobile (cui sono seguiti scioperi e manifestazioni in tutta Italia). Prende la parola Enrico Berlinguer: «La pubblicazione del Libro bianco (da cui emerge un’evasione fiscale di 70.000 miliardi di lire e, di contro, le tasse molto onerose per i lavoratori dipendenti, ndr) ha dimostrato nel modo più clamoroso quanto sacrosanta sia la ribellione dei lavoratori nel vedere ancora colpiti unicamente i loro redditi (…). Dopo la pubblicazione di questi dati di fonte ufficiale, pare a me, onorevoli colleghi, che ostinarsi a mantenere in piedi il decreto rasenti i limiti di un atto osceno in luogo pubblico». Il decreto decade. 




Mercoledì 9 maggio 1984

Berlinguer contro i decreti di Craxi

• Enrico Berlinguer va in tv, alla tribuna elettorale. Gli chiedono della seconda presentazione, da parte del governo, del decreto sul taglio della scala mobile già bocciato alla Camera: «È una prassi di governo autoritaria e tutto sommato impotente perché poi le cose hanno dimostrato che in questo modo si provocano soltanto delle agitazioni, un turbamento che danneggia la produzione e l’economia ben più dei vantaggi che si vorrebbero ricavare con quel taglio di punti di scala mobile». 




Venerdì 11 maggio 1984

Enrico Berlinguer contestato dai socialisti a Verona

• Enrico Berlinguer a Verona è invitato a un congresso del Psi. Non deve parlare, ma solo essere presente. Viene contestato. «Una fischiata storica. Sì, davvero una storica fischiata all’ex compagno Berlinguer. E poi insulti, gridati con rabbia: “Venduto! Buffone!”. E poi un coro possente e beffard “Sce-mo, sce-mo!”. Visto col binocolo, Berlinguer sembra impassibile, il solito viso scolpito nel legno, non un trasalimento, non un’emozione. Ma il suo angelo custode, Tonino Tatò, dicono sia stravolto. E, se non stravolto, di certo un po’ teso è anche lo speaker che per caso si trova a domare la tempesta, Rigo, il sindaco socialista di Venezia. Grida: “Compagni, calma, calma! Compagni, state giù!”. Però i compagni non stanno affatto giù. Anzi, si levan tutti in piedi e la fischiata storica riprende forza e diventa immane. Rigo (paonazzo): “Compagni, sono nostri ospiti!”. “No, sono ospiti del compagno Cernienko!” si grida dagli spalti. E ancora si leva il coro infamante: “Sce-mo, sce-mo!”. Rig “Compagni, sedetevi, abbiate un minimo di ospitalità!”. Niente da fare. La mitraglia dei fischi è micidiale, e batte l’angolo del congresso dove Berlinguer avanza tra la folla. Rigo (durissimo): “Compagni, accogliamo da socialisti tutti i nostri ospiti!”». [Giampaolo Pansa, Rep. 12/5/1984]




Sabato 12 maggio 1984

Berlinguer inaugura una sezione Pci

• Enrico Berlinguer lascia Verona, dove ha assistito al congresso del Psi, e va a inaugurare una sezione comunista a Nogara, poco distante. Parla delle contestazioni: «Non la considero un’offesa personale, né un episodio che possa spingere il partito comunista a simili atti di rivalsa». 




Venerdì 18 maggio 1984

Berlinguer sul voto di fiducia

• Craxi pone la fiducia sul decreto-bis per il taglio alla scala mobile. Enrico Berlinguer parla alla Camera: «Noi non tollereremo che questo Parlamento sia ridotto a macchina di voti di fiducia per il governo in carica e che, al di fuori di tale destino, non ci sia altro che il suo scioglimento. Il parlamento deve essere riportato a funzionare! Il Parlamento può esprimere altri governi! Rivolgiamo il nostro appello unitario, accorato ai lavoratori, ai cittadini, ai compagni socialisti, ai colleghi di tutti gli altri gruppi. Siamo giunti, onorevoli colleghi, a un punto tale che ogni forza politica democratica dovrebbe sentire, come noi sentiamo, l’imperativo urgente. E l’imperativo è: torniamo alla Costituzione!».  




Domenica 27 maggio 1984

Il Pci non ha pregiudizi verso il Psi

• In un’intervista a Romano Ledda, dell’Unità, Enrico Berlinguer accusa il presidente del Consiglio di alterare il giusto equilibrio fra i poteri: «Non esercitiamo davvero una opposizione pregiudiziale al Psi, ma una schietta opposizione a fatti precisi. Ricordo che in cento giorni di discussione sul decreto, le Camere non hanno mai potuto votare un solo emendamento. C’è poi una pressione inaudita sui mezzi d’informazione. Ed è emersa una concezione del sindacato come strumento paragovernativo». 




Mercoledì 30 maggio 1984

Enrico Berlinguer allo stadio

• Enrico Berlinguer va allo stadio Olimpico per vedere la finale diCoppa dei Campioni tra Roma e Liverpool. Parlando con il senatore della Sinistra indipendente, Giuseppe Fiori, si dimostra allegro come di rado capita. Sorridendo racconta all’interlocutore d’aver saputo che Craxi, pochi giorni prima, era andato a vedere una partita di basket ed era stato fischiato. 




Martedì 5 giugno 1984

Berlinguer vuole il referendum contro il taglio dei salari

• Si riunisce la direzione comunista e Berlinguer sostiene la necessità di proseguire la battaglia contro il taglio dei salari e degli stipendi ricorrendo al referendum abrogativo. Propone che il presidente dei senatori comunisti, Chiaromonte, lo annunci pubblicamente nell’aula di palazzo Madama.




Giovedì 7 giugno 1984

Enrico Berlinguer colpito da ictus

• Enrico Berlinguer arriva a Padova verso mezzogiorno. Viene da Genova e in serata è atteso in piazza della Frutta per un comizio. Scrive le risposte a nove domande di Lamberto Sechi, direttore del Mattino di Padova, poi deve incontrare una delegazione di operai della Galileo. Alle nove e mezza, senza cena, arriva in piazza. Fa freddo e ogni tanto si vedono lampi in cielo. Enrico Berlinguer indossa una giacca a quadrettini e una camicia bianca. Parla per mezz’ora, poi una frase si spezza: «Siamo di fronte a un momento pieno d’insidie per le istituzioni della Repubblica. Ma è certo che…». Si aggrappa al leggìo, si gira per avere un bicchiere d’acqua. Beve ma è colto da colpi di tosse e conati. Dando le spalle ai militanti, vomita due volte. La piazza gli fa coraggio scandendo il suo nome, va avanti fino alla conclusione quando ormai pronuncia frasi smozzicate. Finisce, si copre il volto con un fazzoletto, lo fanno scendere dal palco sostenendolo. Antonio Tatò lo accompagna in albergo, insieme a lui c’è anche il primario pneumologo Giuliano Lenci, che conosce Berlinguer da anni ed era in piazza ad ascoltare il comizio. Lo mettono a letto, dice d’aver sonno, tranquillizza parlando di un disturbo gastrico ma il dottore s’accorge che sta molto male. Con l’ambulanza arriva in ospedale, gli fanno la Tac e l’angiografia: è un ictus molto serio. Alle 23.40 il professor Salvatore Migrino lo opera alla clinica neurologica di Padova. 




Venerdì 8 giugno 1984

Pertini al capezzale di Enrico Berlinguer

• All’alba arrivano in treno la moglie Letizia con i ragazzi, il fratello Giovanni. Alle 11 arriva Sandro Pertini. Davanti al capezzale ripete: «Non è giusto che sia successo». Vedendo la faccia alterata del segretario in coma si commuove. I senatori comunisti a Roma abbandonano l’Aula. 




Sabato 9 giugno 1984

Le condizioni di Enrico Berlinguer sono disperate

• I medici sono pessimisti sulle condizioni di salute di Berlinguer. Nel piazzale davanti all’ospedale di Padova sosta una piccola folla di sostenitori. Arrivano personalità di tutti i partiti. 




Domenica 10 giugno 1984

Le ultime volontà di Enrico Berlinguer

• Accompagnato da Gianni De MichelisBettino Craxi va all’ospedale dov’è ricoverato Berlinguer ormai in condizioni disperate. Il fratello del segretario, Giovanni, chiede ai militanti che stazionano nel cortile dell’ospedale di non contestare il presidente del Consiglio. La moglie e i figli non lo incontrano. Poco dopo i famigliari ripartono per Roma, per recarsi a Botteghe Oscure ed esprimere ai vertici del Pci l’ultimo desiderio del segretari non essere sepolto al mausoleo del Verano, accanto a Togliatti, ma nella tomba di famiglia a Prima Porta, vicino a suo padre. 




Lunedì 11 giugno 1984

Cessa di battere il cuore di Enrico Berlinguer

• Alle 9.15 l’ottavo bollettino dei medici di Padova: «Durante la notte le condizioni cliniche dell’onorevole Berlinguer si sono ulteriormente aggravate. L’attività elettrica cerebrale è scomparsa. Il coma, pertanto, è da considerarsi irreversibile». Il cuore cessa di battere alle 12.45, dopo novanta ore di agonia.  




Mercoledì 13 giugno 1984

Un milione in strada per i funerali di Enrico Berlinguer

• Si svolgono i funerali di Enrico Berlinguer. Vanno in onda in diretta su Raiuno, telecronaca di Bruno Vespa. La bara in legno chiaro, partita dalla sede del Pci in via delle Botteghe Oscure in un furgone dalle pareti di cristallo, arriva alle 16 e 30 in piazza San Giovanni. Un milione di persone (due milioni secondo il partito) attraversa la città in tre cortei. Ci sono tutte le personalità politiche italiane e circa cinquanta delegazioni straniere (tra cui il premier cinese Ziyang, il numero due dell’Urss, Gorbaciov, eYasser Arafat). Il servizio d’ordine comunista è composto da diecimila militanti. I vigili urbani, in servizio dalle 10 di mattina fino a tarda sera, sono 1.200, molti in servizio volontario. Cinquemila i carabinieri e gli agenti di polizia in servizio d’ordine pubblico con 300 automezzi e due elicotteri che, muniti di telecamere, trasmettono in diretta, alla sala operativa della questura, le immagini dei lunghi cortei e di piazza San Giovanni. Più di cento persone colte da malore: l’operaio romano Renato Frittella, di 47 anni, muore per collasso cardiaco. Negli ospedali di San Giovanni, Santo Spirito, San Giacomo e Fatebenefratelli, ricoverate una trentina di persone. Gli uomini dell’Acea, con 6 autobotti, forniscono centinaia di migliaia di litri di acqua potabile a chi, stremato dal caldo, cerca una fontanella. Il Comune distribuisce latte e yogurt. [Claudio Gerino, la Rep. 14/6/1984] 




Sabato 13 giugno 2009

Bianca Berlinguer ricorda il padre

Concita De Grogorio sull’Unità: «Dal giorno della sua morte la famiglia di Enrico Berlinguer – la moglie, i suoi quattro figli – ha mantenuto un riserbo assoluto. Mai un’intervista né uno scritto sul marito e sul padre. «Perché così lui avrebbe voluto, perché niente si poteva togliere né aggiungere davanti a quella grande testimonianza di affetto collettivo», dice oggi Bianca. Ora che sono passati 25 anni, un quarto di secolo, la primogenita di Enrico ha deciso di condividere con i lettori dell’Unità un frammento del diario familiare. Una foto dall’album che ci lascia entrare per un momento nella sua vita privata e nei suoi ricordi, un varco in uno spazio gelosamente custodito: ci mostra il padre com’era e ci consente di immaginare di vederlo. Al mare, un giorno qualsiasi. È un regalo, in un certo senso. Lo accogliamo con gratitudine». (Leggi tutto l’articolo)


scheda aggiornata al 15 maggio 2012
(a cura di Daria Egidi)