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La Città Futura

" La Città futura", P. 4. Raccolto in Scritti 1915 1921, 47. 

Abbiamo messo a questo foglio un titolo che non è solamente nostro.  
Prima che la guerra si sferrasse nel mondo con il suo flagello irresistibile, con alcuni amici si era deciso di lanciare una nuova rivista di vita socialista (1) che fosse come il focolare delle nuove energie morali, del nuovo spirito [... ] (2) ed idealista della nostra gioventù.
Avrebbe dovuto essere slancio e riflessione, incitamento all'azione e al pensiero. Nella grande fede del nostro animo ricolmo di giovinezza e di ardore, pensavamo di ricominciare una tradizione tutta italiana, la tradizione mazziniana rivissuta dai socialisti. Ma l'intento non è stato dimesso. Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.
E la rivista sarà. Questo numero unico non è certamente un saggio.
Esso è un invito ed un incitamento. Chi è persuaso che per il pensiero e la coltura socialista molto sia ancora da fare, e che una nuova voce di giovani possa ancora molte cose dire, mandi la sua adesione, i suoi suggerimenti, i suoi voti a questo indirizzo: " La Città futura", corso Siccardi 12, Torino.
Vogliamo convincerci che l'opera nostra risponda a una necessità, e possa trovare un pubblico che la sostenga e la migliori con la collaborazione del suo fervore.

 
A Pag. 4 si legge anche il seguente breve corsivo: 
"Può un giornale esser fatto in modo che accontenti tutti i suoi lettori? 
Proporsi un tal fine sarebbe vano. 
Ciò che per uno è residuo, per un altro sarà sostanza e viceversa. Importa solo che il residuo non sia mai tale da esserlo per tutti e che pur non soddisfacendo obblighi a pensare, e diventi pertanto attivo allo stesso modo dell'altra parte ".

Note

(1) Un cenno a questo progetto di rivista è nella lettera di Gramsci a " l'Avanguardia", 1° aprile I9I7 (cfr. più avanti, pp. 105-6), e nell'articolo Unagente provocatore, in "Falce e martello", anno II, n. 14, 4 giugno 1921(scritti 1915-1921, 260-7I): " Il compagno Togliatti ha fatto il corso universitario insieme ai compagni Gramsci e Tasca. Tutti e tre erano socialisti fin d'allora, e facevano vita comune: avevano fin d'allora deciso di compilare insieme una rassegna di cultura socialista, che avrebbe dovuto chiamarsi "La Città futura", e fu invece "L'Ordine Nuovo".  
(2) Una parola censurata.