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Fondazione Antonio Gramsci

Nel 1950 fu costituita in Roma la Fondazione Antonio Gramsci (ridenominata Istituto Gramsci nel 1954) con il proposito di raccogliere la documentazione relativa all‘opera e al pensiero di Antonio Gramsci e di dare impulso alle ricerche sulla storia del movimento operaio italiano e internazionale. Il nucleo originario del patrimonio fu costituito in particolare dai libri e dalle riviste appartenuti a Gramsci, ai quali si aggiunsero all’inizio degli anni Sessanta, al momento della costituzione dell’archivio, i manoscritti originali deiQuaderni del carcere e delle Lettere. Nel 1982 nasce la Fondazione Istituto Gramsci che eredita il patrimonio archivistico e bibliotecario dell’Istituto.
Dal 1994 la Fondazione conserva l'intero Archivio storico del Partito Comunista Italiano, dall'anno della sua costituzione (1921) all'anno del suo scioglimento (1991).
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cronologia, edizione nazionale degli scritti, bibliografia gramsciana, convegni, mostre, pubblicazioni, fotografie
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La mente pericolosa

Invito alla lettura dei Quaderni del carcere di Gramsci
a cura di Luigi Anepeta (con la collaborazione della dott.ssa Lisa Cecchi)

Ha senso oggi leggere i Quaderni di Gramsci, vale a dire di un pensatore dichiaratamente marxista (anche se critico nei confronti di qualunque dogmatismo)?
Ha senso prendere in considerazione la sua nobile "utopia" del passaggio ad una civiltà di livello superiore a quella borghese?
Ha senso impegnarsi a seguire gli infiniti e tortuosi tragitti che la sua "mente pericolosa" ha percorso al fine di  acquisire non già la "verità" ma una metodologia di analisi della realtà storica e culturale da applicare al presente?
E infine: a che serve acquisirla nel contesto economico, politico e storico-culturale contemporaneo, che sembra ormai refrattario ad ogni progetto rivolto a cambiare radicalmente la realtà esistente?


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Una rivoluzione contro il "Capitale"?

testataavantidi Antonio Gramsci  AVANTI! 24 novembre 1917  link pubblicazione originale

La rivoluzione dei bolsceviki si è definitivamente innestata nella rivoluzione generale del popolo russo. I massimalisti che erano stati fino a due mesi fa il fermento necessario perché gli avvenimenti non stagnassero, perché la corsa verso il futuro non si fermasse, dando luogo ad una forma definitiva di assestamento - che sarebbe stato un assestamento borghese, - si sono impadroniti del potere, hanno stabilito la loro dittatura, e stanno elaborando le forme socialiste in cui la rivoluzione dovrà finalmente adagiarsi per continuare a svilupparsi armonicamente, senza troppi grandi urti, partendo dalle grandi conquiste realizzate ormai.