La prima, essenziale, semplice verità che va ricordata a tutti i giovani è che se la politica non la faranno loro, essa rimarrà appannaggio degli altri, mentre sono loro, i giovani, che hanno l'interesse fondamentale a costruire il proprio futuro e innanzitutto a garantire che un futuro vi sia. Milano, Manifestazione giovanile per la Pace, 18 aprile 1982
Certo si può immaginare un mondo nel quale la politica si riduca solo al voto e ai sondaggi; ma questo sarebbe inaccettabile perché significherebbe stravolgere l’essenza della vita democratica… dall’Intervista di Ferdinando Adornato, l’Unità, 1 dicembre 1983
Noi siamo stati favorevoli al finanziamento pubblico dei partiti. Ma esso deve rappresentare l’inizio di una effettiva moralizzazione, di una effettiva condizione di indipendenza, per tutte le forze politiche, da centri di potere finanziari occulti. Intervento al Comitato Centrale del Pci, giugno 1974
La gravità dei problemi del paese, le minacce sempre incombenti di avventure reazionarie e la necessità di aprire finalmente alla nazione una sicura via di sviluppo economico, di rinnovamento sociale e di progresso democratico rendono sempre più urgente e maturo che si giunga a quello che può essere definito il nuovo grande compromesso storico tra le forze che raccolgono e rappresentano la grande maggioranza del popolo italiano. Riflessioni sull'Italia dopo i fatti del Cile, Rinascita, 9 ottobre 1973
Noi ci battiamo per una società socialista che sia il momento più alto dello sviluppo di tutte le conquiste democratiche e garantisca il rispetto di tutte le libertà individuali e collettive, delle libertà religiose e della libertà della cultura, delle arti e delle scienze. Pensiamo che in Italia si possa e si debba non solo avanzare verso il socialismo, ma anche costruire la società socialista, col contributo di forze politiche, di organizzazioni, di partiti diversi, e che la classe operaia possa e debba affermare la sua funzione storica in un sistema pluralistico e democratico. dall’intervento al XXV Congresso del PCUS, 27 febbraio 1976
Contro la mafia e contro la camorra, come contro il terrorismo, occorre suscitare una grande e nazionale mobilitazione di massa, rinsaldare il rapporto tra po¬polo e istituzioni, per dare fiducia e sostegno agli uomini che proprio in questo momento si stanno battendo con tenacia e coraggio nonostante la grave carenza di mezzi, e perché soprattutto non sia reso vano il sacrificio di coloro che hanno perso la vita in questa lotta: da Mattarella a Dalla Chiesa, a Rocco Chinnici, al nostro compagno Pio La Torre, a tanti e tanti altri. [...] Discorso alla Camera Agosto 1983
…«Non può essere libero un popolo che ne opprime un altro» scriveva Marx; un’affermazione che potrebbe essere parafrasata a questo modo: non può essere libero un uomo che opprime una donna. Intervista di Carla Ravaioli, 1978
Noi siamo convinti che il mondo, anche questo terribile, intricato mondo di oggi può essere conosciuto, interpretato, trasformato, e messo al servizio dell’uomo, del suo benessere, della sua felicità. La lotta per questo obiettivo è una prova che può riempire degnamente una vita. Comizio di Padova, 7 giugno 1984
Ma la questione morale si è aperta in Italia perché gli interessi di partito sono divenuti così predominanti da cozzare contro gli interessi generali del paese. Questo è lo stato di cose da cambiare per evitare una rivolta (che sta maturando) contro tutti i partiti, che ne colpirebbe la funzione essenziale e legittima, e che porterebbe perciò a pericoli per il nostro regime democratico. dalla Relazione al XVI Congresso del Pci, marzo 1983
In nessun momento della sua vita il vecchio deve essere costretto a curvarsi, ad arrossire di vergogna, ad avere negli occhi lacrime di dolore, a sentire pietà di se stesso o cercarla negli altri per arrivare a nutrirsi e vestirsi decentemente. Egli deve avere per se stesso e per la compagna della sua vi¬ta la possibilità di trascorrere serenamente i restanti anni dell’ esistenza. da un discorso a piazza Navona, aprile 1972
I partiti politici non possono ridursi ad adagiarsi sulle posizioni della parte più torbida e tarda del loro elettorato. Questo significherebbe una abdicazione alla funzione che dovrebbe essere propria di tutti i partiti democratici, cioè quella di guidare, promuovere, formare una coscienza politica più avanzata. Aula di Montecitorio, 20 febbraio 1976
Noi pensiamo che il privilegio vada combattuto e distrutto ovunque si annidi, che i poveri e gli emarginati, gli svantaggiati, vadano difesi, e gli vada data voce e possibilità concreta di contare nelle decisioni e di cambiare le proprie condizioni, che certi bisogni sociali e umani oggi ignorati vadano soddisfatti con priorità rispetto ad altri, che la professionalità e il merito vadano premiati, che la partecipazione di ogni cittadino e di ogni cittadina alla cosa pubblica debba essere assicurata. Intervista ad Enrico Berlinguer, di Eugenio Scalfari, La Repubblica, 28 luglio 1981
Ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno. Intervista a Moby Dick (mensile della FGCI siciliana), giugno 1981
Certo, è un errore che può essere molto pericoloso quel¬lo di credere o far credere che la politica o il partito possano costituire una risposta a tutti i problemi dell’uomo, o che sia loro compito creare «1′uomo nuovo»: abbiamo esplicitamente respinto ogni concezione mitologica e totalizzante e anche la concezione del partito come «prefigurazione» della nuova società. Critica marxista, aprile 1981
Una cosa è certa: che in Occidente la rivoluzione potrà esserci solo se essa sarà anche rivoluzione femminile, che senza rivoluzione femminile non ci sarà alcuna reale rivolu¬zione. E ciò per ragioni sia quantitative che qualitative. Di un’altra cosa siamo inoltre convinti: che per le donne vale quello che diciamo per il proletariato, e cioè che liberando se stesse, contribuiscono a liberare tutta l’umanità, e quindi anche i maschi. dal Discorso alla Conferenza femminile del Pci, marzo 1984
Noi pensiamo che il tipo di sviluppo economico e sociale capitalistico sia causa di gravi distorsioni, di immensi costi e disparità sociali, di enormi sprechi di ricchezza. Non vogliamo seguire i modelli di socialismo che si sono finora realizzati, rifiutiamo una rigida e centralizzata pianificazione dell’economia, pensiamo che il mercato possa mantenere una funzione essenziale, che l’iniziativa individuale sia insostituibile, che l’impresa privata abbia un suo spazio e conservi un suo ruolo importante. Ma siamo convinti che tutte queste realtà, dentro le forme capitalistiche -e soprattutto, oggi, sotto la cappa di piombo del sistema imperniato sulla DC- non funzionano più, e che quindi si possa e si debba discutere in qual modo superare il capitalismo inteso come meccanismo, come sistema, giacché esso, oggi, sta creando masse crescenti di disoccupati, di emarginati, di sfruttati. Intervista di Eugenio Scalfari, la Repubblica, 28 luglio 1981